lunedì 5 ottobre 2020

Arcumeggia

Dopo un lungo stop forzato, Salvo e Morena tornano a viaggiare e lo fanno per voi.
Oggi vi vogliamo raccontare una storia, fatta di Arte e Passione.
Nella verde Valcuvia a nord di Varese, sorce il piccolo borgo di Arcumeggia, il primo "paese dipinto" in Italia (impreziosito da 168 dipinti murari) nato nel 1956, in un periodo di grande fermento culturale e di grandi speranze.
Artisti di fama nazionale ed internazionale, rendono prezioso il patrimonio storico artistico del paese.
Attualmente ad Arcumeggia vivono poco più di 50 abitanti, non vi sono esercizi pubblici, è rimasto un unico ristorante con apertura estiva solo di sabato e domenica, ma i suoi splendidi vicoli e cortili richiamano turisti, visitatori e appassionati da ogni parte.
Negli anni '50, Arcumeggia era ancora abbastanza popolato e l'Ente Provinciale per il Turismo di Varese lo individuò come luogo da cui far partire il rilancio turistico della zona.
Si pensò ad una iniziativa artistica fortemente connotata che "avrebbe richiamato l'attenzione sul valore della tecnica dell'affresco…"
Nell'estate 1956 prende quindi il via l'iniziativa con la realizzazione dei primi affreschi sui muri delle case del paese.
Gli artisti coinvolti furono diversi, come diversi sono gli stili e le tecniche utilizzate. 
Proprio in questi primissimi anni si progettò la Casa del Pittore, nata come alloggio e studio per i pittori che soggiornavano durante la realizzazione delle opere.
Questo edificio, progettato da Bruno Ravasi, è attualmente proprietà della Provincia, e si presenta come un piccolo, interessantissimo museo dove sono raccolti bozzetti, cartoni, disegni preparatori e documentazioni delle varie manifestazioni susseguitisi. Purtroppo il museo è chiuso al pubblico e le opere che vi sono conservate necessitano di una attenta catalogazione e di una adeguata conservazione.
In questo progetto rientrano anche alcune opere che lì sono state lasciate dagli artisti.
Nel 1961 l'esperienza riprese attraverso l'organizzazione di un corso di affresco; il corso era indirizzato, come borsa di studio, agli allievi di Accademia italiane. 
La direzione del corso fu di Usellini e le lezioni furono tenute da Montanari e Morellato in alcuni cortili del paese utilizzando supporti mobili. Successivamente, nel 1964, si tenne un altro corso dello stesso genere.
Nel frattempo era stato iniziato un altro progetto che riguardava la realizzazione di una Via Crucis sul sagrato della chiesa all'inizio del paese, in uno spazio individuato da Ravasi.
A questo fervore seguirono anni di progressivo rallentamento e stasi fino all'incarico dato a Morellato nel 1985 di eseguire i primi interventi per la conservazione delle opere; nello stesso periodo vennero realizzate delle tettoie per riparare alcuni dipinti. Sempre nel 1985 ripartì l'iniziativa del corso di affresco con studenti di provenienza internazionale.
Vi furono in seguito delle sporadiche iniziative come la realizzazione di un nuovo affresco di Aligi Sassu sulla casa parrocchiale e di 2 dipinti di Carlo Nino Trovato e di Gioxe De Micheli nel 1991.
Già nel 1985 le opere presentavano la necessità di interventi conservativi e si poneva quindi il problema della tutela e della valorizzazione per quasi tutte quelle realizzate nei 3 decenni precedenti; questo portò verso la fine del 1993 alla sottoscrizione di una convenzione fra la Comunità Montana della Valcuvia, la Provincia di Varese e il Comune di Casalzuigno con la finalità della valorizzazione e tutela di tutto il complesso di Arcumeggia, compresi la Casa del Pittore e la Bottega del Pittore.
Questa convenzione venne rinnovata nel 1997 e nel 2006 con la Provincia di Varese come ente capofila e con la collaborazione della Pro Arcumeggia.
Nel 2000 venne eseguita la catalogazione SIRBEC.
Con l'occasione dei 50 anni del paese dipinto vennero realizzate una serie di manifestazioni culturali che portarono anche alla attivazione nel 2007 di un nuovo corso di affresco a cui parteciparono gli studenti del Liceo Artistico di Varese.
Per quanto riguarda la conservazione dei dipinti proprio nel 2006 vi fu l'incarico all'Opificio delle Pietre Dure di effettuare l'analisi dello stato di conservazione dei dipinti murali che venne realizzato nell'estate del 2007 con il coinvolgimento degli studenti.

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